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31 luglio, 2018

Rifiuti e discariche improvvisate, i Comuni brancolano nel buio

Per ogni territorio è indispensabile essere a conoscenza e saper dirigere tutti gli step del ciclo dei rifiuti, dalla loro immissione nel flusso fino al regolare trattamento o deposito nelle discariche. Queste ultime, in particolare, devono essere continuamente monitorate, cercando di allinearle a un piano di immissione e lavorazione dei materiali che si presuppone le istituzioni congiuntamente alla rete di imprese territoriali del settore abbiano già programmato con lungimiranza e coscienza.

Purtroppo però non è questa la condizione solita dei siti di cui è costellato il territorio nazionale, troppo spesso questo lasciato senza controllo con la conseguenza che le organizzazioni eco-mafiose vi ci trovano un'opportunità di lucro.

Non è un caso, infatti, che all'aumento dei crimini contro l'ambiente corrispondano sempre più ritrovamenti e sequestri di aree trasformate in discariche d'occasione, con l'aggravante spesso della dispersione di materiali inquinanti (tra i quali anche i rifiuti speciali) che finiscono per forza di cose con l'impattare sull'ambiente e sulla salute delle specie viventi che lo popolano.

E' lo stesso Rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente a sottolineare la "recrudescenza di incendi divampati negli impianti di gestione e trattamento di tutta Italia" indicativi del fatto che il settore dei rifiuti è "sempre di più il cuore pulsante delle strategie ecocriminali"[1].

Ce ne fornisce un triste esempio la cronaca quotidiana, con i Comuni alle prese con sempre più numerosi casi di abbandono dei rifiuti in strada, con il conseguente accumularsi del materiale fino a formare delle vere e proprie mini-discariche urbane. Se da una parte la mancanza di realtà territoriali in grado di occuparsi della gestione del problema è un'aggravante ancora senza soluzione, dall'altra va registrato ancora un arretramento culturale da parte delle popolazioni nei confronti di un problema che dovrebbe appartenere, invece, al senso comune e alla salvaguardia degli spazi di vita.

"Il percorso di bonifica delle strade del comprensorio di Borgia, intrapreso con il sostegno della Provincia di Catanzaro, rappresenta il primo passo verso una più ampia operazione di rimozione di rifiuti e pulizia di aree e spazi ricadenti nel territorio comunale che troppo spesso scambiate per discariche da tante persone ignare delle più elementari norme del vivere civile" ha ad esempio affermato Elisabeth Sacco, sindaco del Comune di Borgia in riferimento alla pulizia delle spiagge e delle vie della frazione, annunciando l'installazione di videosorveglianza che "non solo servirà ad incrementare il livello di sicurezza del territorio, ma anche a fare da deterrente a chi continua a scambiare i margini delle strade e le piazzole per una discarica, fregandosene di decoro e senso civico"[2].

E' un problema trasversale quello del cattivo smistamento dei rifiuti, che appartiene in lungo e in largo a tutto il territorio nazionale.

Si registra anche in Sardegna, dove vicino a Cagliari continuano a nascere discariche abusive nei punti nevralgici della mobilità urbana. "Continuiamo ad essere ostaggi di immondizia in tutte le vie di Pirri.... uno schifo!... non esiste un controllo o una vigilanza da parte del Comune. Massimo Zedda aveva promesso telecamere e droni! Qui non si vede nessuno... piccolo esempio di via del Lentischio e via delle Spighe... le restanti strade attigue uguali... abbiamo provato a reclamare sulla App del Comune, AligApp, alla voce segnalazioni con tanto di lamentela e foto..... mai ascoltati" è la segnalazione di un cittadino, a testimoniare come anche l'introduzione di strumenti di denuncia dal basso spesso risultano insufficienti e frutto di una visione miope da parte delle amministrazioni[3].

Queste ultime, infatti, si affidano sempre più spesso a strumenti di denuncia e repressione senza, però, aver prima stilato un piano a medio-lungo termine che coinvolga organizzazioni e imprese virtuose, in grado di gestire l'intero flusso dalla raccolta fino allo smaltimento.

Ci si dovrebbe sedere a tavolino, a mio parere, coinvolgendo tutti gli attori sociali impegnati nella gestione di questo flusso di rifiuti (istituzioni, imprese, organizzazioni e popolazione) e stabilire un piano in grado di coinvolgere tutte le realtà che operano con trasparenza, responsabilità e rispetto della normativa, così da gettare finalmente le basi di un programma lungimirante che comprenda tutto il ciclo di vita del rifiuto.

Marco Sperandio